Aiutante di Fanteria
P
ALLOTTA  Guido da Forlì -cI. 1901. Sottotenente di fanteria (caduto in combattimento

ENCOMIO SOLENNE (motivazione, luogo e data non reperite).
MEDAGLIA DI BRONZO AL V .M. (motivazione non reperita).  Africa Orientale, 27 novembre 1936.
CROCE DI GUERRA AL V .M. (motivazione non reperita)Africa Orientale, febbraio -maggio 1936.

MEDAGLIA D'ORO AL
V. M. «alla memoria»
«Ufficiale addetto al comando di un raggruppamento truppe libiche attaccate da preponderantiforze corazzate avversarie, nel momento in cui più aspraferveva la lotta, si offriva spontaneamente per recapitare un plico urgente. Trovata sbarrata la strada da un carro armato avversario, decisamente 10 assaliva con lancio di bombe a mano ma, nell ' eroico tentativo di immobilizzarlo, veniva colpito a morte. Legionario fiumano, magnifico combattente di due guerre, due volte volontario, suggellava con I' estremo sacrificio la sua ardimentosa vita».
Africa Settentrionale, 9 dicembre 1940.

Gabriele PEPE nato a Civitacampomarano (Campobasso) il9 novembre 1896. Tenente Colonnello in servizio permanente effettivo Fanteria, CXC Battaglione Coloniale. Già distintosi in ogni circostanza per indomito coraggio personale, trovan- dosi da poche settimane in licenza in Patria, dopo ininterrotti cinque anni di colonia, chiedeva alla scoppio dell'attuale guerra ed otteneva di ritornare in aereo nèll'lmpero, per riprendere il suo posto di combattimento. Con l'esempio e con le sue superbe qualità animatrici, imprimeva, in breve tempo, ad un batta- glione di nuovaformazione, il suo stesso ardire e la sua stessa passione. In aspro combattimento, attaccato da forze superiori, conduceva, dopo cinque ore di lotta, ancora una volta i suoi uomini al contrattacco ed in tale eroica azione veniva colpito al volto. Con i gesti e con la voce gorgogliante per il sangue irrompente, riusciva ancora una volta a spronare i suoi dipendenti ed a rompere il cerchio che li rinserrava. Dissanguato dalla ferita e non potendo parlare, scriveva le seguenti ultime parole di incitamento e d'italicafede: "forza mio 190° vendicate- mi, vinceremo intrepidi figli d'ltalia, mio grande amore...". Concludeva così da eroe la sua nobile vita da soldato dedicata sempre al dovere, rendendo ancor più sacra col suo sangue la terra dell'Impero. -Ghemira (A.O.I.), 9 maggio 1941. Altre decorazioni: Medaglia d' Argento (Montello, giugno 1918); Medaglia d' Argento (Boccan -Scioa, ottobre 1936); Medaglia d' Argento (Torrente Ghicciò, dicembre 1936); Croce di guerra al Valor Militare (Zona Manne, febbraio 1936); maggiore per meriti di guerra (Mai Ceu, 31 maggio 1936). Dal Collegio Militare di Napoli entrò alla Scuola Militare di Modena all'età di 17 anni e nel gennaio 1916 ottenne la nomina a sottotenente. Destinato prima a1135° Fanteria mobilitato, nell'ottobre successivo passò a domanda nei reparti d'assalto e col XXVII Battaglione. Si distinse sul Montello durante la battaglia del Piave nel giugno 1918. Rientrato al deposito del 135° Fanteria in Avellino e promosso capitano ne11921, fu trasferito al 34° Fanteria. Conseguì nello stesso anno la laurea in giurisprudenza. Dal 1922 al 1928 prestò servizio nei reparti auto- mobilistici, quindi, trasferito nel Regio Comando Truppe Coloniali dell'Eritrea, per cinque anni fu nel Il Battaglione indigeni, prima in Cirenaica e poi in Eritrea. Rimpatriato nel 1933, fu tra- sferito al 19° Fanteria della Divisione "Brescia" e, col reparto, ritornò in Africa Orientale nel- l'ottobre 1935. Chiesto di essere assegnato a reparti di colore, gli affidarono il comando del XVIII Battaglione indigeni col quale partecipò alla guerra etiopica ed alle successive operazioni di polizia contro le formazioni ribelli di Ras Immerù. In licenza coloniale alla dichiarazione di guerra e già promosso tenente colonnello partiva in volo per l' Asmara il 12 luglio 1940 onde assumere il comando del CXC Battaglione coloniale di nuova formazione.

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Nicola PISTILLO nato a S. Giuliano del Sannio (Campobasso) il 22 gennaio 1916. Sergente paracadutista, 186° Reggimento Fanteria "Folgore". Nel corso di un 'accanita e sanguinosa battaglia, destinato con la sua squa- dra alla difesa di un 'importante posizione, per quanto duramente attaccato, resi- steva tenacemente con successo per oltre 24 ore. Accortosi che l'avversario con ingenti forze corazzate e con truppe di assalto stava circondando e sopraffacen- do un centro di fuoco al suo fianco, di iniziativa, portava un gruppo di uomini a soccorso dei compagni pericolanti e con grande ardimento, all'arma bianca ed a colpi di bottiglie anticarro, riusciva a rompere il cerchio degli attaccanti e, ben- che ferito, ad entrare nella posizione. Quivi, trovato morto l'ufficiale comandan- te, riuniva i pochi difensori superstiti e li portava al contrassalto ricacciando l'avversario. Nuovamente ferito rimaneva al suo posto. In un nuovo improvviso ritorno offensivo dell'avversario rifiutava di arrendersi e, gridando ai suoi uomi- ni: "La Folgore muore, ma non si arrende", li portava ancora una volta all'assalto, ma colpito gravemente cadeva sulla posizione tanto tenacemente difesa. Eroica figura di comandante animatore e trascinatore di uomini. -Africa Settentrionale, 23-25 ottobre 1942. Altre decorazioni: Medaglia d' Argento (Deir el Angar Nail (Africa Settentrionale), settem- bre 1942). Studente del terzo anno di ragioneria nell'Istituto Tecnico di Campobasso. Nel luglio 1936, interrotti gli studi, si arruolò volontario come allievo sergente nel Battaglione Misto del Genio della Sardegna. Promosso caporale fu trasferito nella Compagnia Mista Genio della Divisione "Littorio" con la quale, dal febbraio 1937, partecipò alle operazioni militari in Spagna. Rimpatriò nel giugno 1939 col grado di sergente e fu trasferito al XXV Battaglione del lO Reggimento carristi. Dal gennaio 1940 passò al 66° Fanteria "Trieste" dove fu promosso sergente maggiore. Ottenuto il trasferimento nella specialità paracadutisti fu inviato, nel luglio 1941, alla Scuola di Tarquinia e conseguito il brevetto un mese dopo fu trasferito al 1° Reggimento paracadutisti "Folgore", divenuto in seguito 186° Reggimento. Alla fine di luglio del 1942 giungeva in volo in Africa Settentrionale ed entrava in linea sul fronte di EI Alamein, alla estrema destra dello schieramento italo-tedesco intorno ad EI Qattara. Ferito gravemente nella terza giornata dell'offensiva inglese dell'ottobre 1942, rientrò in Italia con nave ospedale ai primi di novembre e dopo un anno di cure ospedaliere riprese volontariamente servizio nel Reggimento paracadutisti "Nembo", col quale partecipò alla Guerra di Liberazione. Ammesso alla carriera continuativa frequentò, dal giugno al luglio 1948, il corso per caposquadra mitra- glieri "Breda 37" a Cesano e nel dicembre successivo ritornò al Reggimento divenuto il 183° "Nembo". Collocato in congedo e trattenuto in servizio a domanda nel 1949 frequentò, nell'ot- tobre 1952, il Corso Aerofornimenti presso il Centro Militare di Paracadutismo in Viterbo. Promosso maresciallo ordinario nel 1953 e maresciallo capo nell'aprile 1957, ha prestato servizio al Centro di Addestramento Paracadutisti col grado di maresciallo maggiore. È iscritto nel Ruo