Ovindoli, popolo ricco dio fierezza e di virtù. Tra le sue virtù spicca l'amore per i suoi figli caduti in guerra per al Patria.
Ecco come esternò tale culto per mezzo del rappresentante della comunità
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16 maggio 1918.
"Silvio Bonanni, regio Commissario del Comune di Ovindoli"
Premesso
Che durante la recente guerra di civiltà e di indipendenza che il mondo intero ha strenuamente sostenuto contro il militarismo teutonico, questo Comune, non secondo ad altri per patriottismo e rispetto al dovere, ha dato il suo contributo di sangue, e, difatti, ben 35 baldi giovani, fra ufficiali e soldati, dallo Stelvio al mare, hanno eroicamente sacrificato la loro gioventù per al redenzione dei fratelli e per il trionfo della libertà;
Considerato
Che oggi che lo storico eroismo del soldato italiano e di quelli dell'Intesa tutta, hanno avuto il non dubbio trionfo sulla prepotenza germanica e sul sogno egemonico dell'Impero Centrale e che un'aura di pace si diffonde per tutto il mondo;
Considerato
Che è giusto e doveroso per i rimasti non dimenticare gli eroi caduti e tramandare ai posteri la memoria di quelli che con il loro sangue tanta gloria ci dettero;
Ritenuto
Che il miglior modo di poter ricordare ed immortalare i giovani eroi sarebbe quello di innalzare un ricordo marmoreo portante i nomi dei gloriosi caduti in guerra;
Affinché
Tutti possano sempre nell'avvenire ricordare ed i giovani in specie, averli per esempio ed ammaestramento nel dovere e nell'amore di Patria.
Delibera
Che in onore dei prodi di questo Comune caduti durante la guerra 1915-1918 venga eretto un ricordo lapideo portante i nomi dei caduti stessi"
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Trascorre il tempo ma l'amore del nostro popolo per i suoi eroi permane intatto.
La volontà del 16 maggio 1918 è divenuta realtà.
Inizia il primo luglio 1930 l'amministrazione podestarile del prof. Giuseppe Varragli nel Comune di Ovindoli.-
Il podestà anche insegnante nella scuola del paese- delibera di affidare incarico di realizzare il monumento di bronzo rappresentante "l'Alpino", allo scultore Diano, in onore dei caduti in guerra di Ovindoli.-
In breve tempo, lo scultore completò l'opera d'arte.
Tempestiva e plebiscitaria avvenne la designazione del luogo dove collocare "L'Alpino"- Luogo sacro perché nel 1943 vi venne eretto il tempio dedicato alla Madonna dell'Assunta, presso cui gli antenati, per circa tre secoli, ricevettero i sacramenti e praticarono la fede cattolica.
Sito simbolo di fierezza poiché lì insisteva la torre rotonda della roccaforte di Ovindoli, che nel 1223 sbaragliò gli armati di Federico II inviati ad occuparla, nel mentre l'imperatore stringeva d'assedio Celano, poi distrutto con spietata deportazione delle famiglie, parte a malta, parte in Sicilia.
E lì per collocarvi L'Alpino fu costruito il piedistallo di roccia, a tronco di piramide con ai lati lastre di marmo per l'incisione dei nomi degli eroi caduti in guerra.
Pertanto in Ovindoli, con solenne cerimonia, l'intero popolo partecipò alla posa in opera del monumento sul piedistallo.
Annualmente, il quattro novembre Ovindoli rende onore ai caduti.
Nell'Agosto del 1956 il Presidente della repubblica On. Giovanni Gronchi venne ad Ovindoli, e, da solo volle salire a rendere onore ai nostri eroi soffermandosi avanti all'Alpino, e, di certo non mancò di leggere i nomi incisi sui marmi del monumento.
Lì sull'alpe, L'Alpino domina la Valle, serenamente scruta l'orizzonte sorveglia e protegge il suo popolo. Alle sue spalle in cima al metallico pennone il tricolore muove al vento.

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