SANTA DOMENICA

"Il Quotidiano della Calabria" - Mercoledì 23 marzo 2005 -


Ricadi. Lo strano pellegrinaggio da un punto all'altro del paese

Monumento ai caduti
Una singolare odissea

La cittadinanza teme l'ennesima demolizione


RICADI - Nonostante siano trascorsi vari lustri dalle ultime due guerre, i caduti di Santa Domenica di Ricadi non trovano ancora pace. O meglio il monumento, che ne dovrebbe rappresentare le gesta e ricordare alle nuove generazioni il sacrificio della loro vita per la difesa della patria, da anni vive una continua diaspora, quasi fosse un fatto di folclore e non di effettiva memoria. Un secondario ingombro che a seconda delle esigenze di turno viene spostato, con buona pace dei contribuenti, che debbono rimettere mano al portafoglio.
Ma veniamo ai fatti. Il primo monumento venne realizzato in ricordo dei caduti della prima guerra mondiale, suscitando ovvia soddisfazione tra i parenti, che finalmente vedevano in qualche modo riconosciuto, ad eterna memoria, il sacrificio dei loro cari. Ma la soddisfazione durò poco, infatti, negli anni successivi il monumento venne smantellato e ricostruito in altra sede, dove trovò dimora per qualche anno, finché a metà degli anni '90 l'amministrazione comunale ne decise la demolizione e ricostruzione. Sembrava a quel punto definitivamente terminata l'odissea del monumento. Nel frattempo una delle amministrazioni comunali, guidata dal sindaco Laversa, decideva la demolizione di un fabbricato, tra i più antichi del paese, che delimitava e disegnava la piazza "Arena", per decenni unica piazza e memoria storica della comunità. La scelta della demolizione, giustificata con il miglioramento della viabilità, fu molto contestata. Il paese si divise tra chi era favorevole e chi invece contrario. Anche alcuni storici di fama nazionale s'interessarono al caso in quanto in alcuni documenti, frutto di ricerche in archivi e biblioteche, pare si trovasse testimonianza del passaggio e del pernottamento di Giuseppe Garibaldi. La vicenda della casa che avrebbe ospitato Garibaldi fu oggetto anche di un'interrogazione parlamentare e lo stesso Craxi, noto studioso dell'eroe dei due mondi, se ne interessò. Trascorse il tempo e la casa fu demolita, ma la viabilità non ne trovò giovamento. Dopo qualche anno la stessa amministrazione decise di costruire al suo posto una nuova piazza, costata ai contribuenti una somma di tutto riguardo. Si riaffacciò allora nuovamente l'idea, oramai divenuta una costante, di spostare ancora il monumento.
Il vicesindaco Mimmo Laria decretò una nuova demolizione e la ricostruzione dello stesso nella nuova piazza, che per un destino beffardo o per altro, prese il nome di "Piazza Garibaldi". In quella piazza, tanto contestata e tanto costosa, venne realizzato il nuovo monumento, anch'esso tanto costoso, poggiato ad un muro perimetrale. Venne inaugurato, in un giorno di festa, alla presenza di reduci commossi dai ricordi e dal suono della Fanfara dei Bersaglieri e, alla presenza di tanti cittadini, fu benedetto dal parroco del paese. A questo punto sembrava cosa fatta: il monumento, dopo tanto peregrinare, aveva trovato giusta e definitiva dimora. I cittadini di Santa Domenica e i familiari dei caduti tiravano così un sospiro di sollievo, rassicurati dallo stesso vicesindaco. Ma dopo qualche mese, celata dal muro su cui poggia il monumento ai caduti, è stata realizzata una nuova costruzione, peraltro autorizzata dalla stessa amministrazione comunale, i cui accessi si stagliano proprio a pochi centimetri dal monumento e nascosti dallo stesso muro. A cosa serviranno quegli accessi se inutilizzabili perché coperti da un muro e da un monumento? Si sono subito chiesti gli abitanti della frazione di Santa Domenica. Nulla, o quasi trapela, ma il dubbio che lo sfortunato monumento ai caduti non abbia ancora trovato pace è grande. Chissà se al posto della casa, che forse ospitò Garibaldi, si troveranno a dimorare, in un prossimo futuro, dei tavolini di un bar e se al posto di uno sfortunato quanto ingombrante monumento, con buona pace dei caduti in guerra, dei loro parenti e dei rassegnati contribuenti, vedremo un'invitante e luccicante insegna luminosa?

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