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L'impresa di Castruccio
di Aldo Padovano
(da "La leggenda genoana. Vol. 1" Genova, Fondazione De Ferrari, 2006)

Nella notte tra il 22 e il 23 settembre 1917 Giuseppe Castruccio porta in salvo un dirigibile. Nato a Genova nel 1887, è uno dei ragazzi di Spensley vincitori del primo Campionato seconde squadre nel 1904, e per alcuni anni a seguire (fino al 1909) sarà un valido rincalzo nel centrocampo della prima squadra. Arruolatosi in aviazione nel 1915 col grado di tenente di complemento del Genio, viene destinato a un
M10, uno dei dirigibili utilizzati per i bombardamenti di Trieste. Durante una di queste operazioni il velivolo è colpito dall'antiaerea austriaca e rischia di sfracellarsi. Castruccio non ha un
attimo d'esitazione, e con un gesto eroico rallenta la discesa dell'aeromobile che può così far ritorno entro le linee amiche adagiandosi al di qua dell'Isonzo.
Castruccio verrà decorato (in vita!) con la medaglia d'oro al valor militare, conferita colla seguente motivazione:
Ufficiale di bordo di un dirigibile che aveva compiuto un'azione notturna di bombardamento sul nemico, visto che l'aeronave colpita di poppa discendeva precipitosamente alla
deriva e intuito che portando un carico a prora si sarebbe reso possibile il governo del dirigibile, con sereno e cosciente spirito di sacrificio, esponendo la vita per la salvezza dei compagni e dell'aeronave, servendosi di una sottile scala metallica saliva, nonostante l'oscurità più assoluta, dalla navicella all'involucro, aprendosi un varco nella parte inferiore; indi si trascinava carponi sopra il sottile
strato di stoffa fino a prora del dirigibile, sfidando la lacerazione possibile del tessuto e la conseguente
caduta. Col suo peso migliorava così l'equilibrio dell'aeronave e, rimanendo in tale penosa e rischiosissima situazione per circa un'ora di discesa precipitosa, permetteva al comandante di condurre l'aeronave in territorio nazionale e di atterrare.
Cielo di Prosecco (Trieste), 22/09/1917
Il poliedrico genovese (cui il comune di Genova ha intitolato una rotonda nei pressi dell'aeroporto) fu anche fotografo di fama, autore di un trattato di successo e direttore della fotografia di alcune importanti produzioni del cinema muto italiano. Dopo la guerra intraprese una prestigiosa carriera diplomatica ricoprendo la carica di Console Generale del Regno d'Italia nelle sedi più ambite, tra cui Costantinopoli e la Chicago degli anni Venti, intrattenendo relazioni con i personaggi più in vista dell'epoca: da Marconi ad Al Capone, da Nobile a De Pinedo, al Maresciallo dell'aria Italo Balbo che si vide suggerire proprio dal genovese l'idea del famoso raid aereo a Chicago.
Quanto all'eroica impresa, Castruccio - sempre pronto a raccontarsi fino alla fine della quasi centenaria vita - amava con gli amici smitizzarla così:
Figgeu che cû! Se no gh'ea o Re, quello giorno,
no m'avievan manco dæto a croxe de guera!