VELLEI Sinibaldo  Prima AP 20- 8- 1916  13
Maresciallo 17° reggimento della brigata "Acqui"
ALLA MEMORIA
motivo del conferimento
Costante e fulgido esempio di valore, di tenacia ed ogni più alta virtù militare durante le precedenti azioni, entrò per primo, alla testa del suo plotone, in un trinceramento nemico, facendovi prigionieri e conquistando armi e materiali. Ferito una prima volta, non si ritrasse dal combattimento; nuovamente e più gravemente ferito, continuò ad incitare i suoi alla lotta, fino a quando cadde gloriosamente sul campo. M. Sei Busi, 21 ottobre 1915.

SQUARCIA Corradino  Spagna AP 1938  26
Sottotenente di cpl. 1° reggimento fanteria d'assalto
ALLA MEMORIA
motivo del conferimento
Comandante di un plotone di mortai, di rinforzo ad una compagnia avanzata, sotto violento fuoco di armi automatiche e tiro aggiustato di un pezzo di artiglieria nemica, portava il suo valido appoggio in un momento di estrema crisi. Rimasto con parte delle armi inutilizzate a causa della violenta reazione nemica e vista la compagnia presa tra due fuochi, non esitava, benché ferito ad una mano, a slanciarsi avanti col suo plotone per meglio concorrere, con il lancio di bombe, all'esito favorevole dell'azione. Ferito nuovamente e mortalmente all'addome da raffiche di mitragliatrice, rimaneva sul posto incitando con l'esempio e la parola il suo reparto, fino al giungere di rinforzi. A chi tentava di rincuorarlo rispondeva, con spartana fermezza: « So di essere ferito a morte. Questo è niente! Mi basta di aver mantenuta la posizione ». Esempio di eroismo, che destò l'ammirazione del nemico. Zona di Cogul, 26 dicembre 1938.

CLEMENTI Emidio  Seconda AP 1940  28 AP
Sottotenente di cpl. ( Fanteria , 225° reggimento fanteria
ALLA MEMORIA
motivo del conferimento
Comandante di un plotone mitraglieri dislocato a difesa di un'importante posizione, nonostante la continua violenta azione di fuoco di artiglierie e mortai avversari, manteneva, dando esempio di ammirevole calma e svolgendo magnifica azione di comando in piena efficienza, la capacità di fuoco del suo reparto, riuscendo a stroncare ripetutamente l'impeto del nemico. Ridottosi il plotone ad un pugno di eroici superstiti e caduto l'ultimo servente di un'arma, ne prendeva il posto continuando a far fuoco, a dirigere il tiro delle altre armi e ad incuorare i suoi mitraglieri. Una bomba di mortaio lo abbatteva di poi sulla mitragliatrice. Superba figura di eroe, altamente ammirato dallo stesso avversario, come emerse per successiva testimonianza di alcuni prigionieri nemici che avevano partecipato all'azione. Quota 1465 di Golloborda (Fronte greco), 17 novembre 1940.

GIACOMINI Giovanni  Seconda AP 1940  28 AP
Sergente ( Alpini , Capo pezzo, 3° reggimento artiglieria alpina )
ALLA MEMORIA
motivo del conferimento
Capo pezzo, durante aspro combattimento, incurante del grave pericolo derivante dal fatto che le fanterie erano riuscite a stringere dappresso la sua batteria ed avevano aperto un violento fuoco di mitragliatrici e mortai, rimaneva sereno ed impavido, mantenendo efficiente l'azione del pezzo ed infondendo col suo contegno calma e fiducia nei propri dipendenti. Caduti feriti il comandante e il sottocomandante della batteria, vista ormai l'assoluta impossibilità di ogni ulteriore resistenza, faceva ripiegare i serventi salvando i congegni più vitali ed importanti del materiale. Dopo essersi quindi assicurato che i suoi uomini fossero in salvo, imbracciava un fucile mitragliatore e, ritornato al pezzo, apriva il fuoco allo scoperto sul nemico ormai vicino. Con le armi in pugno, in un ultimo, disperato tentativo di difesa del pezzo stesso, dando fulgido esempio di eroismo, di abnegazione e di spirito di sacrificio, immolava la vita per la Patria. Chiaf e Bunich (Fronte greco), 30 dicembre 1940.

ANNIBALDI Loris  Seconda AP affida 1940  27 AP
Sottotenente medico di cpl. ( Bersaglieri , Medico, 4° reggimento bersaglieri )
ALLA MEMORIA
motivo del conferimento
Ufficiale medico di battaglione, si offriva di far parte di un reparto incaricato di attuare un colpo di mano nelle linee nemiche. In nove successivi giorni di continui aspri combattimenti, si prodigava in maniera ammirevole nella sua missione, distinguendosi per coraggio ed altruismo. Ferito ad una gamba rifiutava di essere sgombrato e ordinava ai porta feriti di portargli vicino i colpiti per prestar loro le prime cure. Rimasto sul terreno della lotta, dopo che i superstiti del battaglione, rotto il cerchio nemico che li rinserrava, si erano aperti un varco, al nemico sopraggiunto, che gli intimava la resa, rispondeva con le ultime bombe a mano provocandone la reazione che lo colpiva mortalmente. Immolava così la sua fiorente giovinezza per aver voluto generosamente oltrepassare i limiti dei più alti doveri di soldato e di medico. Erseke q. 1431 -1464 (Fronte greco), 12. 21 novembre 1940.


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