ASCOLI PICENO PROVINCIA

motivo del conferimento
Fedele ai valori già espressi nel corso dell'epopea risorgimentale, le popolazioni picene opposero strenua ed accanita resistenza all'oppressione delle forze germaniche insediatesi col tradimento nel territorio nazionale in seguito all'armistizio dell' 8 settembre 1943. Già il 12 settembre l' insurrezione degli ascolani si unì alla reazione del locale presidio militare come risposta all' intimazione di resa da parte di unità tedesche dando inizio a moti di ribellione che durarono fino alla liberazione dell' intera provincia. In nove mesi di dura e aspra lotta emersero fulgidi episodi quali il combattimento sostenuto da forze partigiane a Colle San Marco, in cui dal 3 al 5 ottobre caddero trenta giovani cittadini, gli scontri in Castel di Croce, Pozza, Fermo, Montefortino, Umito, Montemonaco e nella zona costiera. I duecentosettantotto caduti in combattimento o fucilati, il gran numero di feriti e deportati, gli arresti e le distruzioni tra un regime di terrore instaurato dalle forze di occupazione, diedero il segno di quanto valore ed eroismo sappiano esprimere genti tradizionalmente pacifiche, quali quelle ascolane, per amore della libertà e della giustizia, a difesa della Patria, contro la prepotenza e l' oppressione. - Provincia d'Ascoli Piceno, 9 settembre 1943 - 20 giugno 1944.

CITTA DI ASCOLI
motivo del conferimento
"La fiera e pacifica città di Ascoli Piceno, dopo l'armistizio dell' 8 settembre 1943, non esitò a sollevarsi contro il tedesco invasore. Già il 12 settembre, il coraggioso comportamento dei militari del presidio aveva costretto alla resa le forze nemiche, superiori in uomini e mezzi, mentre dal 2 al 5 ottobre, al Colle San Marco, un pugno di giovani ardimentosi, male armati ed equipaggiati, si batterono duramente, contro unità germaniche, subendo dolorose perdite. La popolazione ascolana, non desistette dal proseguire la lotta, partecipando a numerosi scontri, come quelli in località Venagrande, Castellano e Vallesenzana, che furono fra i momenti più significativi della sua irriducibile volontà di partecipare direttamente alla liberazione del territorio. Non meno agguerrita fu l'attività dei "gruppi di azione patriottica", conclusasi con l' ardita liberazione dalle carceri cittadine di tutti i detenuti politici. Ad essa va aggiunta la pericolosa opera svolta a favore di migliaia di prigionieri alleati e di militari italiani sbandati molti dei quali furono condotti in salvo oltre le linee. Numerose furono le perdite di vite umane, le deportazioni e le distruzioni subite dalla città, che fu sempre sorretta dalla fede in una Patria migliore, risorta dalla dittatura fascista". Ascoli Piceno 12 settembre 1943 20 giugno 1944.

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