2° GUERRA MONDIALE 1940  1945
ORO

Attilio BRUNETTI nato a Lody New Jersey (U.S.A.)  i1 24.11.1917. Caporal maggiore di Fanteria, vive a Roma. Comandante di pattuglia attaccata e circondata da forze tedesche preponderanti, visto cadere gravemente ferito il suo comandante polacco, con grande coraggio e sangue freddo riusciva a sottrarlo ai nemici e sempre combattendo per sei chilometri, dopo aver ucciso due avversari, lo portava in salvo nelle proprie linee. Già distintosi per eccezionale coraggio e sprezzo del pericolo in varie precedenti azioni di pattuglia. -Settore terrestre adriatico, 1944. -
(Oratino CB) (
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Francesco CAVADINI
nato a Bojano (Campobasso) il 21 maggio 1894. Tenente colonnello in servizio permanente effettivo, 116° Reggimento Fanteria. Comandante di un caposaldo di battaglione in una piazzaforte, durante venti giorni d'estenuante assedio, sotto continuo bombardamento, seppe tenere alto, nonostante le privazioni e le gravi perdite, il morale dei suoi uomini, merce la costante presenza incitatrice e l'esemplare contegno di fronte al pericolo. Attaccato da soverchianti forze corazzate ed appiedate nemiche, dopo un terrificante bombardamento da terra, dal mar e dal cielo durato oltre due ore, condus- se la difesa con accanita tenacia, impiegando con intelligenza e bravura gli scarsi mezzi a sua disposizione. Accerchiato da ogni parte, con calma e grande coraggio personale, incitò i suoi uomini a combattere fino all'estremo limite delle umane possibilità, portandosi continuamente, ove più grave si presentava la minaccia. Visti crollare ad uno ad uno i suoi reparti, nonostante il disperato valore e quando ormai era perduta ogni speranza di frenare I 'impeto nemico, in un supremo gesto di dedizione alla Patria, condusse personalmente al contrassalto il plotone arditi del battaglione e cadde eroicamente alla testa dei suoi prodi. Sublime esempio di elette virtù militare e di cosciente sacrificio per I'onore delle armi d'ltalia. -Africa Settentrionale, 16 dicembre 1940 -3 gennaio 1941. Altre decorazioni: Medaglia di Bronzo (Kuri, luglio 1918); Croce di guerra al Valor Militare (M.V. Bella, gennaio 1918).
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Guerrino D' AMICO nato a Duronia (Campobasso) il Reggimento Fanteria. 7 dicembre 1916. Caporal maggiore, 225 Comandante in una squadra fucilieri, unica rimasta a difendere una importante posizione durante un violento attacco nemico, con perizia, pari ad indomito valore, conteneva per più ore l'impeto dell'avversario, superiore per numero e per mezzi, rendendogli impossibile 10 sfruttamento del momentaneo successo e consentendo ai nostri reparti di riorganizzarsi per il contrattacco. Accerchiato, si difendeva con sovrumano impeto, seminando la strage nelle file nemiche col fuoco ben diretto delle proprie armi. Esaurite le munizioni, alla testa dei suoi uomini, si lanciava nella mischia alla baionetta ed al grido di "Savoia!", cercava di aprirsi un varco dove più era la pressione dell'avversario. Colpito mortalmen- te da una raffica di mitragliatrice, non rallentava 10 slancio e l'ardire, ma incitava con la voce e col gesto i superstiti, finche spirava col nome d'Italia sulle labbra. Esempio luminoso e fulgido di alte virtù militari, indomito coraggio, subli-me amor patrio. -Gury I Topit (Fronte greco), 4 aprile 1941.



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Michele Arcangelo DE PALO nato a Castropignano (Campobasso) i131 agosto 1915. Soldato Genio Telegrafisti. Gregario di una pattuglia, circondata da forze superiori tedesche, gareggiava con i propri compagni nel nobile compito di portare in salvo il comandante polacco ferito. Mentre con le raffiche del suo fucile mitragliatore teneva inchiodato l'avversario, veniva colpito a morte, sacrificandosi con superbo altruismo. - Settore Terrestre Adriatico, 5 agosto 1944.







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Giorgio DE SANCTIS nato a Guglionesi (Campobasso) il 17 dicembre 1921. Tenente in servizio permanente effettivo. Genio, 870° Nucleo Guastatoci, Gruppo Combattimento "Fciuli". Giovane ufficiale del genio animato da alto senso del dovere e grande amor patrio, nell'ora difficile della lotta per la liberazione del Paese occupato dai tedeschi, al coman- do di un nucleo di guastatori, prima alle dipendenze dirette degli Alleati, poi inquadrato nei reparti del Genio del Gruppo di combattimento "Friuli" si prodigava instancabilmente nel pericoloso lavoro della bonifica dei campi minati e disattivazione di ordigni esplosivi. Primo fra i suoi soldati, costante esempio di ardimento, trascinatore e esaltato- re di eroismi. A Firenze, sotto il fuoco nemico agendo personalmente apriva agli Alleati la via dell'unico ponte rimasto intatto sull' Arno, guadagnando lode per se e per il valore dei soldati italiani. Sul Senio nella costituzione della testa di ponte che doveva aprire la via al Gruppo "Friuli" verso la vittoriosa avanzata su Bologna, mentre incurante della reazione di fuoco nemico, con pochi arditi disattivava mine, colpito e mutilato del brac- cio destro asportatogli da un colpo di mortaio, raccoglieva i suoi uomini feriti dallo stesso scoppio, li caricava sulla sua jeep che di persona guidava mescolando con essi dolore e sangue sino al più vicino posto di medicazione dove serenamente vincendo il dolore e la debolezza imponeva, fra la stupita ammirazione degli astanti, fossero date le prime cure ai suoi soldati pur meno gravi di lui. Figura di combattente da leggenda, ardito fra i più arditi, nobile e mirabile esempio di eroismo che ha saputo confermare e perpetuare nel tempo le tradizioni di valore del soldato italiano. -Firenze, Torrente Senio (Riolo dei Bagni), 7 agosto 1944- Il aprile 1945. Altre decorazioni: Medaglia d' Argento sul campo (Firenze, agosto 1944); Croce di Guerra Polacca al Valor Militare; due croci al merito di guerra.
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