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BATTISTI CESARE - (Trento) - Tenente Battaglione Alpini Vicenza 10 luglio 1916: Monte Corno di Vallarsa Cesare Battisti affronta il processo, la condanna e l'esecuzione con animo sereno e con grande fierezza e muore gridando in faccia ai carnefici: «Viva Trento italiana!», «Viva !'Italia!». Per il suo eroismo in combattimento e il suo coraggio nel supremo sacrificio, gli viene concessa la Medaglia d'Oro al V.M. con la seguente motivazione: Cesare Battisti - tenente
Esempio costante di fulgido valor militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all' attacco, con mirabile slancio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette con pochi alpini, fino all'estremo, finché tra l'incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando prima di esalare l'ultimo respiro: «Viva !'Italia!» e infondendo così con quel grido e col proprio ,sacrificio, sante e nuove energie nei combattenti d'Italia. Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916.
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Asp. Ufficiale LIPELLA GIOVANNI Nato a Riva (Trento) il 13.11.1899. 994° Comp. Mitr. 139" Reggimento Fanteria. Irredento e volontario di guerra, portò e comunicò fede ed entusiasmo nei suoi mitraglieri. Durante l'infuriare del bombardamento nemico, corse da un'arma all'altra, tutti incitando con la parola e con l'esempio alla resistenza e alla fiducia nelle sorti del combattimento. Rimasta un'arma senza tiratori e serventi ed in una posizione ormai insostenibile, non curante del violento fuoco avversario, se la caricò sulle spalle e, spostatala in altro luogo, riaperse da solo il fuoco sulle ondate nemiche. Ferito una prima ed una seconda volta, continuava a tirare fino a che, colpito ripetutamente al petto, cadde offrendo in olocausto alla Patria la sua bella esistenza. Monte Asolone, 15 giugno 1918.
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Sottotenente STEFENELLI FERRUCCIO Nato a Trento il 9.7.1898. 102" Comp. Batt. "Moncenisio ". 3" Reggimento Alpini. Nativo di Trento e volontario di guerra, fu sempre primo in ogni combattimento. Vibrante di entusiasmo e di fede, volle partecipare ad un aspro attacco per la conquista di una posizione particolarmente ardua. Conscio del pericolo cui si esponeva e che per la sua condizione speciale era di estrema gravità, alla testa di un nucleo di arditi, risolutamente si slanciava all'assalto, incurante dell'intenso fuoco nemico che diradava sensibilmente i suoi uomini, e, superati i due ordini di reticolati, con impeto travolgente raggiungeva l'obiettivo. Fatto segno a violente raffiche di fuoco da una vicina posizione avversaria, con audacia indomabile, si slanciava anche su questa, impegnandovi una lotta corpo a corpo. Ferito gravemente ed accerchiato con pochi suoi uomini superstiti da soverchianti forze nemiche, continuava a combattere con fulgido valore fino all'estremo, rinunciando ad ogni cura e rimanendo infine sopraffatto dal numero. Col Caprile, 16 dicembre 1917.
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Medaglia d'Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione : ltalo Lunelli - aspirante ufficiale.
Esempio del più fulgido e cosciente ardimento, instancabile e sprezzante d'ogni pericolo, audace fino alla temerarietà, ponendo in non cale le gravissime conseguenze cui si esponeva, come volontario trentino, prodigava l'opera sua indefessa al raggiungimento dell' ideale che lo aveva spinto ad arruolarsi nell' esercito italiano, la liberazione cioè della terra natìa dal giogo straniero. Nelle epiche giornate per la conquista del Passo della Sentinella, riusciva ad occupare, scalando pareti di roccia e di ghiaccio, un impervio gruppo montano, compiendo un'impresa alpinisticamente memorabile e militarmente indispensabile per la conquista dell'importante località. Nel giorno dell'attacco, col suo plotone scalava per primo e riusciva ad occupare di sorpresa una posizione dominante il Passo e le linee di rifornimento del nemico, volgendone in fuga i rincalzi e concorrendo efficacemente alla definitiva conquista.
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gioppi antonio SERMIDE MANTOVANA
Figura nobilissima dell'irredentismo trentino, ufficiale di carriera preparato e brillante, Alpino di nascita, è il colonnello conte Antonio Gioppi, nato a Sermide di Mantova nel 1863 da genitori trentini. I Legionari Trentini hanno sempre e doverosamente esaltato l'eroismo del conterraneo col. Gioppi, ne hanno ricordato le gesta e gli hanno reso onore appuntando la sua medaglia d'oro alla memoria sul labaro della Legione, vicina a quelle dei Martiri Battisti, Filzi e Chiesa. Gli Alpini trentini, dal canto loro, lo annoverano con legittimo orgoglio fra i loro eroi, ne coltivano e tengono viva la memoria, andandolo spesso a salutare all'Ossario del Pasubio ove è sepolto. La signora Bice Rizzi, per molti anni direttrice del Museo del Risorgimento di Trento, patriota ed irredentista, scomparsa il 27 aprile 1982, così scriveva di Antonio Gioppi nella rivista «Trentino» - Annata 1938, pagg. 161-163: «Ed è tempo che il Trentino rivendichi a sé (senza togliere a Sermide mantovana l'onore di avergli dato i natali) il nome e la memoria di questo valoroso, la cui medaglia d'oro bene e giustamente brilla sul labaro della Legione Trentina. Ché egli è di puro sangue trentino, figlio cioè di Maria Antonietta Cofler di Rovereto e del dotto Giacomo conte Gioppi nato a Campi di Riva nel 1820. La nobile famiglia Gioppi figurava fra le notabili roveretane e di Riva di Trento già dal 1554 ed un Antonio si era distinto per atti di valore nell' assedio di Vienna del 1683 per cui Sobieski, re di Polonia, gli aveva concesso di aggiungere allo stemma di nobiltà il motto: «Pro rege Armatus».
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Giuseppe Degol - aspirante ufficiale
Trentino di nascita, di classe anziana, ma ancora vincolato al servizio militare nell' esercito austriaco, lasciava in Australia, dove aveva stabilito i propri interessi, la moglie e i figli colà residenti, per venire a combattere, volontario, l'ultima guerra d'indipendenza. Si distinse per audaci imprese di ricognizione, condotte sempre a termine con felice risultato, nelle quali catturò diverse pattuglie avversarie. Comandante di una grossa pattuglia scelta, si slanciava alla testa dei suoi uomini all' attacco di un nucleo di nemici in forte posizione. Colpito mortalmente al petto, continuò ad incitare i suoi uomini a perseverare nell' azione, e col suo esempio eroico e con la sua parola, seppe infondere in essi tanto slancio ed ardire, che essi, sebbene di gran lunga inferiori di numero, in un nuovo e più furioso assalto, riuscirono a sloggiare il nemico ed a volgerlo in fuga. Esausto, esalava l'ultimo respiro al grido di «Viva l'Italia !».
Corna Calda (Albaredo-Trentino), 14 novembre 1915.
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