|
 |
 |
|
|
|
|
IL MONUMENTO AI CADUTI
Il monumento ai caduti, realizzato dallo scultore locale Gino Colognesi (1899-1972), si eleva in maniera armonica e toscaneggiante al centro della piazza del paese. Esso presenta una forma eroica che trova una vivente incarnazione che tralascia ogni seppur piccola traccia di orpello retorico tipico dell'arte del periodo. Ricostruiamone la storia. Nel 1923, saputo che a Fiesso, suo paese natale si era deciso di dedicare un monumento ai Caduti della Guerra Colognesi si offrì di farlo gratuitamente, dietro ritiro,da parte del Comitato promotore, presso il Compartimento di Bologna, di due cannoni di bronzo, residuati austriaci di guerra. Infatti se il Comune avesse eseguito il lavoro da solo avrebbe dovuto pagare ben 120mila lire, una cifra per l'epoca troppo onerosa. La proposta fu un fulmine a ciel sereno, per il fatto che il ragazzo era giovane e pochissimo conosciuto come scultore. Dei due cannoni, del peso di circa 60 quintali, uno venne lasciato al fonditore signor Pasquali di Pistoia come pagamento per la fusione e con l'altro, dopo aver modellato il gruppo fuse le tre statue che rappresentano l'Eroismo, la Pietà, il Sacrificio. Il lavoro fu effettuato dallo scultore in 40 giorni ed alcune notti in un fienile per l'occasione trasformato in studio: a posare come modelli furono alcuni cittadini fiessesi. Il paese pagò solo il marmo del piedistallo e relativa ringhiera per totale di sole 7500 lire. Nel 1943 la ringhiera ed il piccolo cancello d'accesso al monumento vennero tolti per essere fusi allo scopo di realizzare cannoni. Una seconda ringhiera, sempre in ferro battuto, simile all'originale, fu rimessa attraverso sottoscrizione popolare nel 1957 dalla locale sezione dell'ANCR guidata dall' ing. Nino Culatti. Quest'ultima venne danneggiata da ignoti nell'agosto 1960, per essere infine definitivamente levata in quanto pericolosa per i bambini nei lavori di ristrutturazione della piazza, avvenuti tra il 1987 ed il 1990. Il monumento, coronato dalla bella iscrizione "FIESSO UMBERTIANO ETERNA NEL NOME DELLA PATRIA BENEDICENTE DEI SUOI GLORIOSI CADUTI L'EROISMO LA PIETA' IL SACRIFICIO MCMXV MCMXVIII", fu inaugurato il 5 ottobre del 1924. L'allora parroco mons. Mazzocco descrive integralmente la cerimonia:
" 6 ottobre Ieri mattina si fece l'inaugurazione del monumento ai caduti in guerra. Alle ore 9 1/2 si cantò l'ufficio per i caduti, quindi la messa letta della domenica. Durante la messa giunse da Ferrara Mons. nostro Vescovo, che appena terminata la messa,formatosi il corteo, sotto una buona pioggia, si portò a benedire il "parco della rimembranza" e successivamente fece le assoluzioni "al grande monumento" opera del concittadino Gino Colognesi,molto lodato. Il Vesc. tenne un pulitissimo discorso, da far meravigliare i presenti. Parlarono il Deputato Piccinato- Verdi - Bignardi Gino- mutilato -il Sindaco(Bononi Tullio sindaco dal 1922 al 1925 nda)-Migliorini Amelia e Bellonzi maestra...Intervenne il Prefetto di Rovigo con molte autorità civili e militari (esponenti del governo tra cui il Ministro per l'Educazione Nazionale Gentile nda).Rallegrarono la festa le due bande, la cittadina e quella di Lendinara. Terminata la cerimonia Mons.Vescovo partì subito per Piacenza d'Adige. Alla sera illuminazione di tutte le case. Durante la giornata le case del centro furono adorne di tappeti tricolori, e ovunque sventolavano bandiere. Fu veramente una festa di tripudio, anziché una festa di mestizia." Il monumento si presenta come una sorta di dolente, eppur ritmico "balletto" rappresentante tre uomini nudi che si stringono fra loro in un patriottico abbraccio. Il primo, in piedi (l'Eroismo) è nell'atto di lanciare una bomba ; alla sua destra si trova un compagno chino (la Pietà), sulla cui coscia sta poggiando la testa un altro uomo, morente (il Sacrificio):la sua agonia è vegliata dal compagno in piedi. Qui l'ellenismo di base è corretto dall'osservazione attenta della scultura toscana del '400: un'energia che ricorda il Pollaiolo rivissuta sotto il filtro del Maestro dell'Accademia fiorentina Domenico Trentacoste. L'opera ebbe molto successo (positivi giudizi giornalistici vennero espressi da Lucio d'Aquara, Gualtiero Medri, Pino Bellinetti) tanto che lo scultore ottenne in un paio d'anni molte committenze patriottiche:i Monumenti ai Caduti di Canaro,Costa di Rovigo, Fratta Polesine e Castelguglielmo. Purtroppo oggi conserviamo solo quelli di Fiesso e Canaro:infatti, mentre Colognesi, ufficiale di fanteria e quindi Capitano del Genio, venne inviato sul fronte libico durante la seconda guerra mondiale e fatto prigioniero dagli inglesi (Campo di prigionia di Sidi-el-Barrani dicembre 1940), in Italia avveniva la raccolta di metalli per la guerra, nota col famigerato motto mussoliniano "ferro per la patria". A causa di questo i monumenti ai Caduti di Fratta, Castelguglielmo e Costa vennero fusi: solo l'intervento energico della sorella Bice in Tescari, che si recò a Roma a chiedere udienza ai gerarchi dei principali ministeri, riuscì ad impedire che venissero distrutti anche quelli di Fiesso e Canaro.
|
|
|
|
|
 |
 |
|