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Dall'archivio parrocchiale di Maron.
Il 23 corrente il Governo italiano ha dichiarato guerra all'Austria-Ungheria per liberare i fratelli irredenti e per acquistare i confini naturali senza dei quali l'Italia sarà sempre in balia dei suoi nemici. Che Dio benedica e protegga le armi italiane.
Dall'archivio parrocchiale Tamai . Carla MAZZON in Moras, figlia di Antonio e di Luigia Battistella, di anni 31, spirò ieri, quasi convalescente, causa le sevizie sofferte dalle truppe nemiche in fuga. 3 Novembre 1918. Dall'archivio parrocchiale di Brugnera.
Oggi 6 aprile 1918 vennero trasportati e sepolti in questo cimitero parrocchiale, dissotterrati dalla riva del Livenza, uccisi il 7 novembre 1917 nel bombardamento, i due soldati germanici Ernest Richvor e Adam Dehorlardt
Dall'archivio parrocchiale di Maron Domenico MENEGHIN di Angelo e Genoveffa Pessot, di anni due e mezzo, morto il 2 novembre 1918 colpito da una palletta di shrapnel dell'artiglieria italiana che dalla sponda destra del Livenza sparava sugli Austriaci in ritirata.
Dall'archivio parrocchiale di Brugnera: Regina Polles fu Antonio e Antonia Piovesana, moglie di Antonioli, detto Cimetta, Natale, di anni 40, è morta il 21 novembre 1917 e sepolta nel cimitero di Brugnera senza pompa funebre "causa belli", con l'assistenza del parroco. Nota. La "causa belli" era l'invasione austro ungarica in atto.
Dall'archivio parrocchiale di Maron. Il 27 ottobre 1918 l'esercito italiano incominciava una grande offensiva sul Piave per passare il fiume e liberarci. L'azione riusciva gloriosamente e dopo cinque giorni di lotta i bersaglieri ciclisti della 10a Armata, comandata dal generale Coral Cavana, entrarono a Maron il 1° novembre ad ore 8 antimeridiane. Gli ultimo austriaci erano partiti un'ora prima. Al passaggio della Livenza rimasero uccisi un soldato e un ufficiale italiano e un soldato inglese, un soldato austriaco e un aspirante ufficiale, particolare orribile, ferito gravemente, venne sepolto vivo dai suoi commilitoni nell'orto situato a destra della chiesa della Santissima Trinità (a Brugnera)
Dall'archivio parrocchiale di San Cassiano. Dopo un anno di fermata in questo paese, dove lasciarono le più ampie tracce di vandalismo e crudeltà, gli austro-ungarici il 1° novembre 1918 ritornarono sconfitti dal valoroso esercito italiano nelle loro terre. Viva Italia!
Memorie trascritte dal parroco di Tamai Mons. Giuseppe Pradella.
Invasione austroungarica 1917-1918 Durante l'invasione austroungarica 1917 un giorno il parroco don Celestino Conedera dalla finestra della sua camera ebbe a rimproverare un gruppo di militari nemici che, completamente nudi, prendevano il sole davanti alla chiesa. I militari infastiditi penetrarono in canonica e spogliarono il parroco minacciandolo di gettarlo in quello stato dalla finestra.
Durante l'invasione, un giorno Giovannina Pradella, assieme a Margherita Tizianel, entrambe da Coltura, di ritorno da Motta ove avevano scambiato della biancheria per farina da polenta, passando per Tamai furono fermate nei pressi della chiesa da un drappello di soldati che le depredarono della farina, minacciandole di venir incarcerate. Intervenne allora don Celestino che riuscì a persuadere i militari a lasciarle libere, ma non riuscì a far loro rerstituire la farina.
Una sera in località Broch un soldato tedesco, probabilmente ubriaco, tentò di violentare una ragazza del posto. Il padre di questa, Giovanni Lucchese, prontamente accorso in suo aiuto, nella colluttazione, con una forca trapassò il cuore al militare. Nascose subito il cadavere nella concimaia al fine di evitare rappresaglie nemiche. Poi di notte lo trasportò in cimitero scavalcando la mura ed ivi lo seppellì con l'aiuto di altre persone che mantennero il segreto sino alla fine della guerra. Però, fin che visse, l'uccisore ogni sera si fermava sul luogo del misfatto per recitare il de profundis per l'anima della sua vittima.
In località Orsera una sera un ragazzo del posto, Germanico Bortolin, visto un militare austriaco che in un campo vicino al Rio Boidor coglieva pannocchie per mangiarle, corse al comando tedesco, che era insediato al palazzo Manzoni (oggi Villa Morozzo), per denunciare il fatto. Fu subito inviato sul posto un drappello di soldati che in una sparatoria uccisero il loro commilitone. Il cadavere fu poi seppellito nel cimitero di Tamai. Aneddoto raccolto da "Meneti" Domenico Verardo da Pietro DEL SOLDA' (Pierin da Milan) che nel 1917 era in affido da Italia SIST in VERARDO e faceva il chierichetto in parrocchia.
Nel primo anniversario della morte dell'imperatore Francesco Giuseppe il comandante austro-ungarico di stanza a Tamai ordinò al parroco don Celestino Conedera di celebrare una messa in suffragio del celebre defunto a cui lo stesso comandante avrebbe partecipato assieme al suo reparto. Il parroco ubbidì e si presentò all'altare con i paramenti sacri (camice, stola e pianeta) di tre colori diversi in modo da rappresentare quelli della bandiera italiana. Sul momento nessuno si accorse dello strano abbigliamento. Solamente alle fine della messa il comandante tedesco intuì la provocazione e si recò in sagrestia arrestando sul posto don Celestino, accusandolo di oltraggio e minacciandolo di fucilazione. Ci volle allora tutta la diplomazia del parroco per concludere il tutto con un solenne rimprovero a don Celestino ed ai fedeli presenti.
SALME DI PERSONE GIUSTIZIATE PER RAPPRESAGLIE, NEGLI ULTIMI GIORNI DI GUERRA E SEPOLTE IN FOSSE IMPROVVISATE NEI CAMPI IN LOCALITA' "PRA' DELLA PIERA" e "LE SIOLE".
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